mercoledì 24 dicembre 2014

Recensione: "Il castello dei Pirenei" di Jostein Gaarder


Buona vigilia di Natale, lettori!
Oggi vi propongo un bel romanzo epistolare che ho letto nei primi mesi di quest'anno...

 
 
Titolo: Il castello dei Pirenei
Autore: Jostein Gaarder
Edizione: Longanesi
Prezzo: 9,00€
Trama: Il caso, una coincidenza, il destino, la telepatia: difficile spiegare l'incontro fra un uomo e una donna che si rivedono, dopo trent'anni, nello stesso albergo affacciato sul fiordo dove si erano detti addio. Sempre che dare una spiegazione abbia un senso. Solrun e Steinn sono entrambi cinquantenni. Nonostante il passare degli anni e il fatto che oggi siano entrambi sposati e con figli, non hanno mai smesso di pensare l'uno all'altra. Dopo la sorpresa dell'incontro, danno vita a un fitto scambio di e-mail nel quale si raccontano, ripercorrendo l'episodio, inspiegabilmente velato di mistero, che aveva messo la parola fine al loro amore. Per ritrovarsi, come spesso accade, a scrivere due storie diverse della stessa passione condivisa. Chissà però se le due versioni sono davvero così differenti. Nel dialogo a distanza prendono corpo due visioni della vita inconciliabili: lui è un professore di Fisica, ateo e materialista, lei è un'umanista convinta che a governare i nostri destini siano forze superiori. Forse solo il finale del romanzo saprà dare finalmente un senso agli eventi.
Jostein Gaarder è il mio autore preferito, scusatemi dunque se manco di obiettività definendo questo romanzo una vera e propria perla: credo sia senz'altro uno dei più riusciti di Gaarder e uno dei romanzi più belli che ho letto quest'anno.
 
"Il castello dei Pirenei" racconta, attraverso una fitta corrispondenza di e-mails, l'incontro casuale di Steinn e Solrun, un uomo e una donna, cinquantenni al tempo della narrazione, che trent'anni prima hanno vissuto una travolgente storia d'amore, conclusasi nello stesso albergo dove adesso si incontrano.
Un uomo e una donna che hanno convissuto una parte importante delle loro vite e che, dopo la brusca separazione, non hanno mai smesso di pensare l'uno a l'altra. Nonostante gli anni passino, nonostante la vita passi, le storie e gli eventi con lei.
Ma questo non è un romanzo d'amore, al contrario di come potrebbe sembrare. Il romanzo racconta, attraverso le e-mails, le personalità troppo diverse di un uomo e una donna, un tempo inseparabili e uniti da un folle amore giovanile, due diverse "versioni dei fatti", due vite diverse, due menti diverse che ancora dibattono sui medesimi argomenti su cui erano in disaccordo trent'anni prima. Solrun, una donna con una fortissima spiritualità, che guarda il cielo sognando l'infinito e immaginando una forza a dirigere tutte le cose e gli eventi, e Steinn, un professore universitario di fisica, ateo e materialista, che quando rivolge lo sguardo al cielo non riesce ad andare oltre ciò che percepisce con i sensi.
 
Solrun e Steinn, separati dalle loro differenze, non sono mai stati davvero separati. Ognuno ha conservato dentro di sé ricordo, ammirazione e nostalgia dell'altro. Come se la separazione non fosse mai avvenuta.
 
"Se due particelle, per esempio due fotoni, che hanno un'origine o un punto di partenza comune, si separano allontanandosi a gran velocità, resteranno ugualmente unite come prima, in un tutto indivisibile. Anche se le si invia in direzioni opposte nello spazio e si interpone tra loro una distanza di anni luce, resteranno comunque intrecciate. Ognuna delle due particelle conserverà informazioni sullo stato dell'altra e ciascuna delle 'particelle gemelle' sarà segnata da quanto accade all'altra. Questa sorta di comunicazione a distanza è segnata da quella che noi chiamiamo 'non località'. A livello quantistico, il mondo è fatto di 'non locale'."
(Steinn a Solrun)
 
E in questo senso sì, Gaarder parla d'amore, ma senza mai essere stucchevole o mieloso, e senza necessariamente raccontare soltanto ciò che c'è di bello in un rapporto di coppia. Gaarder non narra l'amore fiabesco, che supera ogni difficoltà, Gaarder non è l'ennesimo cantore dell'happy end: Gaarder racconta di uomini e donne reali, che talvolta hanno il coraggio di smettere di lottare, anche se la posta in gioco è alta, Un uomo e una donna che si separano perché è la soluzione migliore, anche se fa male, anche se c'è amore.
 
"Non c'è bisogno che ti nasconda che per tutti questi anni sono stato innamorato di te.
Ogni giorno, senza eccezione, ho pensato a te e in qualche misura ho dialogato con te. In questo senso ho vissuto una vita intera con te comunque. Ed è stata una strana convivenza.
Ma ti ringrazio anche per gli ultimi 30 anni."
(Steinn a Solrun)
 
In questo intenso scambio di lettere, Gaarder ritorna, come nella maggior parte dei suoi romanzi, ai temi a lui cari del destino, della fatalità, della spiritualità, della fede, incarnati dal personaggio di Solrun, del dubbio e della materia, incarnati da Steinn, in generale il romanzo ruota sulla ricerca del senso della vita e si chiede se davvero questa abbia un senso, o non sia soltanto un insieme di fortuiti casi a dar vita agli eventi, come sostiene Steinn. Al contrario, Solrun vede nella vita e nel loro incontro a distanza di 30 anni un piano divino.
 
Come di suo solito, l'autore riesce a tirare il lettore in un avvincente e inaspettato racconto ricco di colpi di scena, in cui inserisce temi "difficili" senza però farli sembrare tali, con naturalezza, lasciando parecchi spunti di riflessione al lettore.
 
"Sostieni che esista un aldilà e proclami l'inesistenza della morte, ma sei ancora in grado, come un tempo, di provare gioia per ogni secondo che vivi? La tua certezza dell'aldilà ha forse, poco alla volta, tolto interesse per la tua vita terrena? Sei ancora capace di provare un dolore sconfinato per il fatto che la vita è così breve? Una volta dicesti così.
Ti vengono ancora le lacrime agli occhi pensando a espressioni come 'vecchiaia' e 'durata della vita'? Ti succede ancora di piangere davanti ad un tramonto?"
(Steinn a Solrun)
 
Non mi resta che consigliarvelo caldamente!
 
x5


Giorgia Blogger

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