mercoledì 11 febbraio 2015

Recensione: "Il primo caffè del mattino" di Diego Galdino


 
 

Titolo: Il primo caffè del mattino
Autore: Diego Galdino
Edizione: Sperling & Kupfer
Prezzo: 9,90€
Trama: Massimo ha poco più di trent'anni, è il proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l'aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso... La ragazza con le lentiggini, che viene da Parigi, di nome fa Geneviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che la lega proprio a quel luogo. Tra equivoci, baci e lunghe passeggiate romane, una commedia romantica lieve, divertente e tutta italiana, con una protagonista d'eccezione: la città più magica del mondo.
E' un periodo in cui mi sento particolarmente ben disposta verso le storie d'amore, ho bisogno di dolcezza e di sorridere, così ho creduto fosse il momento giusto per iniziare questa nuova avventura, un nuovissimo acquisto. E avevo ragione!
"Il primo caffè del mattino" è stata una piacevolissima scoperta, dolce e allo stesso tempo frizzante e divertente, scorrevole, da leggere tutto d'un fiato. O da bere in un sorso, se preferite. Non sorridevo tanto leggendo un libro da un bel po', e credo che i personaggi mi resteranno nel cuore a lungo.
 
Protagonista indiscussa del romanzo è Roma la sua bellezza artistica e monumentale. La città farà innamorare Massimo, trentenne proprietario di un bar trasteverino a Roma, con un'inaspettata passione per la storia dell'arte, e Geneviève, timida ragazza francese che scopre, alla morte di una parente che non aveva mai incontrato prima, di aver ereditato una casa nel cuore di Roma.
Ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi, che non sono mai banali e stereotipati: Massimo non è il barista trasteverino un po' bulletto e ignorante, magari anche cascamorto con le donne, come da stereotipo, anzi. E' un ragazzo colto e intelligente e con una spiccata sensibilità artistica. Il ragazzo ha dovuto rinunciare ai suoi studi umanistici dopo la morte del padre, per sostenere economicamente la sua famiglia e conservare l'attività di famiglia, quella che prima che sua era stata di suo padre e di suo nonno.
Il bar Tiberi è ormai il fulcro centrale della sua vita di scapolo: mai un giorno di chiusura in diciotto anni di lavoro, la sua routine mattutina inizia con l'apertura alle 5 e prosegue con le chiacchiere dei clienti, sempre gli stessi affezionati clienti da anni, la comedie humaine romana con le sue consuetudini: le loro insonnie, i loro problemi sul lavoro, le loro gioie, le loro battute, le loro risate, le loro ordinazioni che sono sempre le stesse.
La routine di Massimo e Dario, barista settantenne che Massimo considera allo stesso tempo come un padre, un fratello ed un amico, viene spezzata dalla morte della signora Maria, gentile vecchina conosciuta da tutto il quartiere, con cui Massimo aveva un forte legame.
Come se ciò non bastasse a sconvolgere la piatta routine del giovane, una ragazza francese irrompe nella sua quotidianità, sostenendo di aver ereditato la casa della signora Maria.
Geneviève è un personaggio a colori pastello, pacato, taciturno, riflessivo. E' ciò che si definisce una ragazza complicata, ma di quella complicatezza che affascina, che ha classe.
Al suo arrivo a Roma, la ragazza non parla una parola di italiano, e con i grandi occhioni verdi non fa che lanciare in giro occhiate spaventate, dopo qualche goffo tentativo di stringere amicizia da parte di Massimo. Gira sola per le strade di Roma, portando con sé il suo diario segreto e un termos da cui sorseggia tè alle rose.
Piano piano la donna inizierà a frequentare più spesso il bar Tiberi, a guardarsi intorno più spesso. La diffidenza nello sguardo si muterà in curiosità, Geneviève si immergerà poco a poco nella Roma nei romani, negli itinerari cari a chi ci è nato, nelle psicologie e nei modi di dire degli italiani.
E infine Massimo inizierà la timida Geneviève all'arte del caffè e delle sue mille sfumature: la poesia, l'aroma, il gusto, l'intensità del colore, apriranno alla giovane francese un mondo che fino a quel momento era inesplorato e abbatteranno le sue barriere, la spingeranno ad aprirsi e a rivelare, poco a poco, i suoi segreti,
E chissà che Roma e un caffè non bastino per innamorarsi.
 
“Io voglio soltanto bere con te il primo caffè del mattino, mi basta questo. Ma dev’essere ogni mattina, per il resto della nostra vita. Ti va?”
 
x5
 
Giorgia Blogger

2 commenti :

  1. bellissimo libro sono daccordo,è piaciuto tantisismo anche a me,
    Complimenti per il blog mi unisco volentieri perchè vedo che non solo come me sei napoletana ma che condividi la passione per la lettura.
    Se ti va passa un salto anche da me, a presto!!

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    Risposte
    1. Grazie mille e benvenuta fra noi, Leonie! Passerò sicuramente a trovarti sul tuo angolino :3

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