giovedì 17 settembre 2015

Recensione: "Un amore di carta" di Jean-Paul Didierlaurent


Titolo: Un amore di carta
Autore: Jean-Paul Didierlaurent
Edizione: Rizzoli
Prezzo: 15,00€
Trama: Agli occhi di Guylain, l’unica cosa importante era leggere. Snocciolava i testi con zelo meticoloso. E ogni volta, la magia funzionava. Staccandosi dalle sue labbra, le parole si portavano via un po’ di quella nausea che lo opprimeva all’avvicinarsi della fabbrica. Guylain Vignolles è un invisibile, uno di quegli esseri solitari che nessuno nota. Lavora in una fabbrica di riciclaggio, al servizio di un’impietosa trituratrice di libri invenduti soprannominata “la Cosa”. Nient’altro gli dà gioia, se non leggere a voce alta ogni mattina, sul solito treno delle 6:27, qualche pagina scelta a caso tra le poche che il giorno prima è riuscito a salvare dai denti d’acciaio dell’infernale macchinario. Questo fin quando, un mattino, sul treno trova una chiavetta usb. Rosso granata, che contiene il diario di una giovane donna: settantadue file scritti al computer da una certa Julie, signorina addetta ai bagni di un centro commerciale, pagine su pagine che irrompono come un diluvio nella sua vita sempre uguale. E dalle quali Guylain non saprà trovare riparo. Jean-Paul Didierlaurent ha scritto una storia d’amore al quadrato tra un uomo e una donna che si scoprono legati dalla passione per la lettura e ha dipinto un universo positivo nonostante tutto, perché sopra la coltre grigia di un’esistenza scandita da una routine desolante qualcosa c’è che solleva il cuore e apre lo sguardo: le parole, e le storie che le parole raccontano.


Se mi chiedessero di descrivere questo romanzo in tre parole, queste sarebbero breve, poetico ed intenso. Breve, perché la storia è raccontata in appena 190 pagine, intenso  perché è uno di quei libri che ti entrano dentro in punta di piedi e ti lasciano tanto, poetico perché, citando Le Figaro in quarta di copertina, questo libro è di "una leggerezza e una poesia che ci confortano".
Ed è davvero così. In questo libro troverete un'oasi di silenzio, pacatezza ed armonia che rende la lettura... Accogliente. Confortante. Rilassante. 
E' un romanzo di una bellezza discreta e silenziosa, un romanzo che non strilla, un romanzo che forse può non colpire, un romanzo che potrebbe forse non piacervi, per i suoi personaggi così ordinari e perché in fin dei conti non ha una vera e propria trama, un romanzo che somiglia fin troppo alla vita vera, ma che a me è piaciuto moltissimo proprio per queste ragioni. Mi ha ricordato a tratti il romanzo l'Eleganza del riccio e a tratti il film Il favoloso mondo di Amélie, un film che mi ha toccata molto.
Un amore di carta è un romanzo che racconta vite grige e timidi spiragli di luce che si manifestano nelle piccole cose: una lettura sull'autobus prima di recarsi a lavoro, la potenza del verso alessandrino declamato da un collega di lavoro, il sorriso delle vecchiette di un ospizio, le email di una sconosciuta che ci sembra di conoscere da sempre.
La storia di Guylain potrebbe essere quella di tanti di noi. E' un ragazzo segnato dalla nascita da un nome ridicolo, un ragazzo spento, ingrigito e svilito da un lavoro che non ama, come tanti al giorno d'oggi, figlio di una società in cui non è sempre possibile inseguire i propri sogni, una società che anzi, i propri sogni te li fa calpestare, distruggere. 
Una società che avvilisce. E così un lettore, col sogno dell'editoria e la passione per la lettura a voce alta, si trova a distruggere ogni giorno migliaia di libri nella fabbrica dove lavora, una fabbrica di smaltimento rifiuti, una fabbrica per la quale un libro invenduto non è una storia viva che aspetta di esser letta, ma nient'altro che un mucchietto di pagine da triturare. 
Guylain si trova a distruggere così, insieme ai libri, ogni giorno il suo stesso sogno, e non può far altro che raccogliere di nascosto le pagine superstite che il giorno successivo leggerà prima di andare a lavoro. E' il solo modo che ha per spezzare la malinconia e il grigiore della sua vita da single trentacinquenne, che altro sollievo non ha che raccontare la sua giornata al pesciolino rosso con cui vive, Rouget de Lisle, e dar vita alle parole che salva da quella macchina infernale tritura-libri che chiama La Cosa.

"Poco importava il contenuto, per Guylain, Ai suoi occhi, l'unica cosa importante era leggere. Snocciolava i testi con zelo meticoloso. E ogni volta, la magia funzionava. Staccandosi dalle sue labbra, le parole si portavano via un po' di quella nausea che lo opprimeva all'avvicinarsi della fabbrica."

Recandosi alla fabbrica, Guylain s'imbatte in una pen drive rossa, e interrompe così, per caso, la monotonia delle sue giornate. La misteriosa pen drive racconta di una sconosciuta, in settantadue pagine di diario una sconosciuta apre il suo cuore al suo computer portatile. Una sconosciuta che è come lui. Una ragazza vittima di un lavoro che odia, ma che le permette di studiare a fondo l'animo umano. Una ragazza con una seconda identità, una ragazza che è altro, oltre e dietro i panni che indossa. Perché ognuno è molto altro, dietro ciò che gli altri vedono, dietro ciò che per comodità scegliamo di vedere o che le convenzioni sociali suggeriscono.

"Quando si è responsabili di una toilette pubblica, qualunque essa sia, non sta bene battere il proprio diario al computer. Bisogna solo pulire da mattina a sera, tirare a lucido le pareti cromate, strofinare, strigliare, sciacquare, rifornire i gabinetti di carta igienica e nient'altro. Da una signora dei bagni ci si aspetta che pulisca, non che scriva. La gente può concepire che faccia delle parole crociate, delle parole intrecciate, delle parole nascoste o rinchiuse in griglie di ogni tipo. Quella stessa gente può perfino ammettere che nei tempi morti legga fotoromanzi, riviste femminili, giornali TV, ma che con le mie dita rovinate dalla varechina io batta sulla tastiera di un portatile per registrare i miei pensieri è una cosa che sfugge al loro comprendonio. Peggio, che induce al sospetto. [...] Ho rapidamente dovuto arrendermi all'evidenza che in genere la gente ti chiede una cosa sola: che tu le restituisca l'immagine di ciò che vuole che tu sia. E l'immagine che io proponevo era l'ultima cosa che voleva. [...] Perciò, se c'è una lezione che in ventotto anni di presenza sulla Terra ho certamente imparato, è che l'abito deve fare il monaco, poco importa quello che c'è sotto. Da allora gioco all'illusionista, confondo le acque."

Guylain e Julie sembrano due facce della stessa medaglia, due anime profonde e solitarie che giocano a rincorrersi, senza conoscere l'un l'altro. E Guylain non riesce a non liberare le parole di Julie, leggendo il suo diario ad alta voce ogni mattina sul bus, prima di recarsi alla fabbrica, come faceva con le pagine salvate dal macero. 
E' possibile innamorarsi di una sconosciuta, della quale non altro non conosciamo che i più reconditi pensieri del suo diario virtuale?
Un amore di carta è la storia di una ricerca. Ogni personaggio, ogni splendido, profondo, complesso personaggio di questo romanzo, cerca qualcosa, ma tutti sono accomunati della ricerca, che è fondamentalmente quella di un senso, un senso ai propri giorni, al proprio percorso, al proprio io. 

"Ho come l'impressione che anche tu abbia trovato la tua, di ricerca."

Protagonista indiscussa, la parola. La parola che salva dalla monotonia di giorni grigi e spenti, la parola che dipinge un universo migliore e positivo, anche in mezzo alle avversità e alle insoddisfazioni di una vita che non ci appartiene davvero.

x5
Giorgia Blogger

2 commenti :

  1. Ciao, mi sono appena iscritta al tuo blog e sono felice di averlo scoperto! :D
    La tua fantastica recensione di questo romanzo mi ha indotto ad aggiungere immediatamente questo libro alla mia wishlist. Spero di poterlo comprare al più presto! Questo è il genere di romanzo che cerco, vero e intenso! :)

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    1. Benvenuta sul Libro Incantato, Giordana! Mi riempie di gioia sapere che la mia recensione ti abbia convinto a leggere questo romanzo, sono certa che lo adorerai anche tu, se cerchi un romanzo vero ed intenso :)

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