domenica 3 gennaio 2016

Riflessioni culturali #2: Distillati, chi decide qual è il cuore del romanzo?



"Distillati, al cuore del romanzo" recita lo slogan della nuova, discutibile proposta editoriale della Centauria, dal 29 dicembre al prezzo di 3,90€  in tutte le edicole, col primo bestsellerVenuto al Mondo di Margaret Mazzantini.
O meglio, il surrogato del romanzo.
Romanzi tagliuzzati e ricuciti in meno della metà delle pagine. Romanzi che vanno dritti al punto, romanzi che assecondano le esigenze di rapidità del nostro tempo, romanzi per chi non ha mai tempo di leggere. Romanzi che vanno dritti al cuore del romanzo. Come se davvero si potesse stabilire qual è il cuore di un romanzo, come se davvero ce ne fosse uno. Come se un romanzo non fosse l'insieme delle parole, delle scene, degli intrecci che lo compongono. Come se qualcuno potesse davvero arrogarsi il diritto di decidere dell'utilità o dell'inutilità di una pagina, di una scena, di una sequenza, di una lunga descrizione ai fini della storia. Come se distillati e libri si equivalessero.

Distillati: romanzi per chi non ha tempo

L'iniziativa, che lascia quantomeno perplessi, si propone di incoraggiare "il piacere della lettura nel tempo di un film". Come se l'Arte dovesse esser consumata in dei tempi prestabiliti, come se l'Arte avesse dei tempi, come se l'Arte non rispondesse al naturale bisogno umano di raccoglimento, di svago, di riflessione. Come se l'Arte avesse uno scopo, un compito da portare a termine il prima possibile. 
Una proposta che vorrebbe educare gli Italiani alla lettura e che per raggiungere lo scopo abbassa gli standard, una proposta che si adegua, tristemente e perfettamente, alla frenesia, alla fretta a cui siamo abituati. L'ennesima proposta editoriale che punta sulla quantità, piuttosto che sulla qualità. 
Il telefono  velocizza le comunicazioni, i mezzi di trasporto velocizzano gli spostamenti, le tecnologie velocizzano i contatti, le procedure burocratiche, le ricerche. 
L'Arte è Arte e non ha altro fine che se stessa, pertanto non ha motivo di essere velocizzata. Non c'è da render conto a nessuno del tempo impiegato in Arte, in passione, in emozioni, in sensazioni, viene dunque a cadere il motivo per il quale si dovrebbe leggere in fretta.
Scegliere i Distillati piuttosto che i libri veri, è come scegliere tra una barretta ipocalorica, che sostituisce il pasto fornendo il giusto fabbisogno energetico, e un pasto vero: c'è tutta la differenza del mondo tra sfamarsi, e soddisfare così i bisogni naturali del proprio organismo, e gustarsi il piacere di un pranzo, assaporare le pietanze. Leggere è assaporare le parole una per una, gustarle secondo i propri tempi. 
Scegliere i Distillati è come scegliere di guardare il trailer di un film piuttosto che il film stesso, ascoltare un ritornello piuttosto che la canzone.

"Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. 
(Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare.) 
Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. È forse questa la ragione per cui la metropolitana - assennato simbolo del suddetto dovere - finisce per essere la più grande biblioteca del mondo. 
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Se dovessimo considerare l’amore tenendo conto dei nostri impegni, chi ci si arrischierebbe? Chi ha tempo di essere innamorato? Eppure, si è mai visto un innamorato non avere tempo per amare? 
Non ho mai avuto tempo di leggere, eppure nulla, mai, ha potuto impedirmi di finire un romanzo che mi piaceva. La lettura non ha niente a che fare con l’organizzazione del tempo sociale. La lettura è, come l’amore, un modo di essere." 
(Daniel Pennac, Come un romanzo)

Giorgia D'Alessandro per Eroica Fenice
Giorgia Blogger

2 commenti :

  1. Quando ho letto di questa novità mi sono cadute le braccia. Se fossi uno degli autori in questione, mi sentirei come se il mio lavoro fosse stato stuprato ._. I bignami a cui gli studenti fanno ricorso nei momenti di disperazione almeno hanno un senso, ma se non hai tempo/voglia di leggere un libro intero nessuno ti obbliga eh. Non ne capisco il senso.....

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  2. Non mi sembra niente di nuovo: quando leggevo i libri per ragazzi dei miei genitori ce n'erano diversi che erano la "versione ridotta" di qualche classico (tipo Oliver Twist, o I tre moschettieri). Me ne resi conto solo perchè su alcuni invece c'era scritto "versione integrale" e non sapevo cosa voleva dire: quando me lo spiegarono rimasi un po' confusa perchè - nella mia testolina - se volevo saltare delle pagine ero io a decidere quali, non qualcun altro (per anni ho avuto il vizio di controllare se il libro che compravo era versione ridotta o meno).
    La lettura e i lettori sono già sopravissuti a questa iniziativa. Mi sembra più strano vederla pubblicizzata come se fosse chissà quale genialata.

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